Aprile 2022
Carissimi fratelli e sorelle, la luminosa liturgia della Pasqua ci dona dei brani evangelici, all’interno dei quali i protagonisti, hanno come scenografia la strada, la via. Uno scenario che da questo momento li accompagnerà per sempre. Non a caso i primi cristiani venivano chiamati “quelli della via”: “Saulo, sempre spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato dei seguaci della Via”. (At 9,1-2) Prima ancora se ci pensiamo sin dall’inizio Gesù, sulle strade della vita di questi uomini un giorno li aveva incontrati e chiamati. Su quelle strade insieme al rabbi di Nazareth avevano ascoltato, visto, guarito, pregato, scherzato, sofferto. Ed ora ecco la strada non si ferma, ma continua: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”. (Mc 16,15) La buona novella valica i confini della giudea, per arrivare fino agli estremi confini della terra. La strada però non è solo un luogo fisico, ma è la vera protagonista, o il protagonista. Stando infatti alle parole che ci ha lasciato il Servo di Dio Padre Matteo d’Agnone, Gesù è Via! Via diritta, che ci conduce senza errori, nella Verità verso la vera Vita. Facendo un parallelo tra queste parole e l’esperienza dei discepoli di Emmaus, noteremo come l’Evangelista Luca (Lc 24,13-35) costruisce il suo racconto secondo lo schema di un cammino di andata e ritorno, un tragitto che allo stesso tempo è un percorso interiore e spirituale