Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna.
Queste le parole di San Leone Magno, papa, che questa notte ci hanno accompagnato nella veglia, ad accogliere il Salvatore nostro Gesù Cristo, nel suo Natale. Parole che avremmo letto e ascoltato tante volte lungo gli anni, ma ci siamo mai chiesti qual’è la nostra dignità? O meglio ancora, visto che è bene oggigiorno non dar nulla per scontato, cosa è la dignità per l’uomo?
Secondo il vocabolario il termine DIGNITA’ è il rispetto che l’uomo pienamente cosciente di ciò che è, ha nei confronti di se stesso, e che di conseguenza traduce in un comportamento e contegno adeguato.
Bene, mi direte, ma perché tutto ciò dovremmo farlo a Natale, guardando un bambino che giace in una povera mangiatoia?
Perché è proprio guardando questo segno, semplicemente meraviglioso, l’umanità ritrova se stessa e la sua dignità. La dignità persa con il peccato, con l’errore.
Ehe vabbè pure il giorno di natale si parla di peccati?
No!! Mai sia, e me ne guarderei bene, anzi stavo per dirvi l’esatto opposto. Ciascuno di noi non è estraneo all’errore e al peccato, perché è umano, ha dei limiti, davanti ai quali però, per quanto duri, forti, sprezzanti, libero e disinvolti vogliamo essere, puntualmente ci restiamo..e li fissiamo, contemplando l’abisso o l’ostacolo invalicabile che ci sta davanti, e a lungo andare ci arrabbiamo, disperiamo, piangiamo, ci deprimiamo…
Ed è inutile che fate si e no…tanto ognuno in fondo in fondo sa i fatti suoi, conosce le sue oscurità, ecco perché a ciascuno di noi viene ripetuto dal profeta Isaia: Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. La stessa luce da cui furono avvolti i poveri pastori che facevano la guardia al loro gregge, ai quali viene annunciato Oggi, per voi, è nato il Salvatore. La stessa luce di cui ci parla Giovanni, nel Prologo ascoltato nel Vangelo odierno, Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. VERA, non effimera, non passeggera come le luci surrogate a cui molto spesso ci affidiamo, che danno l’euforia di un momento, l’ebrezza di una notte; questa è una LUCE che non se ne va mai, che non si fulmina e non teme black out, e per giunta CHE ILLUMINA OGNI UOMO, no chi si e chi no… ogni uomo, e chi si lascia illuminare, chi la accoglie, da il potere di diventare figli di Dio. Dunque non possiamo essere refrattari a questa Luce che viene a riportare la gioia, a ridonarci la Dignità, cioè viene a illuminare quel limite, quel valico, quell’abisso umanamente insuperabile. Una luce che viene a dirci, non restare a guardare il tuo limite, non restare nel buio e nelle tenebre, vieni alla Luce, accoglila, entra in quella grotta, fermati dinnanzi al Dio fatto Uomo, davanti a colui che ha assunto la tua umanità per donarti la sua divinità, e in lui contempla chi sei realmente.
Non diventerai mai un super uomo, o una super donna, ma sarai Pienamente Uomo, Pienamente donna, Pienamente Persona, Pienamente Cristiano, che anche senza superpoteri, sa intravedere nelle tenebre, i bagliori del nuovo sole che sorge; che sa camminare nella tempesta e nel buio perché in essi brilla la luce della fede; che sa edificare e ricostruire anche se davanti a se a solo delle macerie o dei sassi informi, perché la speranza gli mostra la certezza del futuro.
Ecco perché a Natale puoi…Puoi puntare lo sguardo altrove e oltre per ritrovare la tua dignità, riscoprirti figlio amato, creatura preziosa agli occhi di Dio, fratello e amico del Dio fatto Uomo, fratello tra fratelli.
O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. Amen